Prima la polemica col ministro Bondi, poi gli applausi sulla Croisette al Festival di Cannes; sembrava che “Draquila” della ‘sinistra’ Sabina Guzzanti avesse il vento il poppa. Ma… Ma ecco che arrivano le prime nuvole sul cielo della tanto acclamata comica. Arrivano le prime critiche, nel merito, al suo film. E arrivano proprio dalla patria dei radical-chic, dello snobismo culturale di sinistra, dalla Francia sempre pronta ad acclamare i film “impegnati”. E la bocciatura non arriva solo da destra ma anche da sinistra.
Secondo Le Monde, bibbia del progressismo d’Oltralpe, il docu-film è «approssimativo» e «privo di precisione e di rigore», proprio i punti a cui la Guzzanti teneva di più. Il quotidiano conservatore Le Figaro rincara la dose: «Colata di lava antiberlusconiana che annega la limpidezza dell’intento». E in Italia? I “salotti buoni” non abbandonano certo l’eroina dell’antiberlusconismo…
Certo che no. Anche perchè le critiche, come giustamente riportato, riguardano la fattezza approssimativa del docu-film e il troppo antiberlusconismo…ma non smentiscono ciò che nel docu-film viene detto, che è il succo. Forse non è di buon gusto effettuare una così forte polemica politica in un documentario con tale tema, su questo posso essere d’accordo. Allo stesso modo non è stato corretto fare una propaganda di mistificazione sui presunti miracoli del governo. Se può permetterselo il Cavaliere, può anche la Guzzanti. Purtroppo però, a rimetterci sono sempre gli aquilani, indipendentemente dagli intenti, perchè tutto si trasforma in polemica politica e non in fatti che aiutino l’Aquila a riprendere vita.