Dopo il caso della casa di Monaco, donata dalla Contessa Colleoni ad Alleanza Nazionale e finita – con una intricata e ancora ignota catena di società off-shore – nelle mani di Giancarlo Tulliani, fratello di Elisabetta, compagna di Gianfranco Fini, lo scandalo tocca anche la Rai. In molti denunciano favoritismi per le società della madre e del fratello di Elisabetta che da due anni si sono reinventati produttori televisivi. Ma in queste ore di forte tensione politica anche altre case di produzione di “area finiana” sembrano essere a rischio in Rai (in particolare quella di Gabriella Bontempo, moglie di Italo Bocchino, finiano di ferro e le produzioni legate a Luca Barbareschi, altro fedele del presidente della Camera).
Proviamo a ricostruire i fatti e i retroscena fornendo una completa rassegna stampa sul caso.
Giancarlo Tulliani tra calcio e Rai. L’uomo che ha distrutto la Camera
Affaritaliani.it
Niente più contratti per la dynasty Tulliani in Rai
Affaritaliani.it
Il retroscena Gianfranco e il pressing in Rai per il «cognato»
di Maurizio Caverzan, il Giornale
Da Raiuno alle fiction l’esercito dei finiani è ormai allo sbando
di Maurizio Caverzan, il Giornale
Landolfi: Tulliani privo di requisiti, in Rai per spinte familiari
di Maurizio Caverzan, il Giornale
La Rai chiude la porta ai Tulliani
di Paolo Conti, Corriere della Sera
Filippo Caleri, Il Tempo
Giancarlo (Tulliani) lascia il settore immobiliare. I suoi interessi si spostano verso la fiction. Il giovane Tulliani riesce a entrare nel 2008 con la At media (altra azienda di famiglia nella quale la mamma Francesca Frau ha il 51% del capitale) nei corridoi della Rai. In portafoglio nonostante l’arrivo in un settore complesso con conoscenze da neofita ottiene contratti di produzione per circa due milioni di euro. Un business destinato a crescere.Ma qualcosa si mette di traverso. Un ostacolo che prende le sembianze del direttore delle relazioni esterne dell’azienda di stato, Guido Paglia amico di lunga data del presidente della Camera, Gianfranco Fini. Ed è proprio lui, Fini, che fornisce un aiutino al giovane cognato. La segreteria di del presidente della Camera procura a Giancarlo un appuntamento con Paglia.
L’incontro avviene a settembre del 2008. Il giovane ancora inesperto del settore viene invitato a dissuadere dall’affrontare un mestiere difficile come la produzione di programmi, soprattutto in un momento di crisi economica. Nonostante questo, Paglia gli procura appuntamenti con professionisti affermati come Giancarlo Leone per anni deus ex machina di Rai Cinema. Che gli spiega quanto è difficile lavorare in Rai, le selezioni e l’albo dei fornitori.
Quello che non capisce Paglia e che Tulliani non chiede, pretende. E qualche mese dopo è lo stesso Fini a chiedere al direttore Rai di assicurare un minimo garantito al giovane. Impossibile. Per il suo «no» però Paglia perde l’amicizia di Fini. Ma Tulliani ottenne comunque i lavori.