Sul Corriere della Sera di stamani, il critico televisivo Aldo Grasso torna a commentare (criticare) Volo in diretta, la trasmissione di Fabio Volo in onda in seconda serata su Rai 3.
Grasso esordisce così:
Il programma di Fabio Volo su Rai3 fa ascolti quando ha un buon traino, non fa ascolti quando è preceduto da qualche ciofeca.
Anche su TuttoTv.info avevamo fatto la solita analisi: gli ascolti sono buoni solo quando prima di lui va in onda un programma forte come Ballarò o Chi l’ha visto? (ne abbiamo parlato qui>>).
Ma Aldo Grasso spinge oltre questo ragionamento. Se Volo fa ascolti solo con un buon traino:
Se ne può dedurre che «Volo in diretta» non ha in sé alcun valore aggiunto, è solo un riempitivo.
Un giudizio tagliente e pienamente condivisibile. Noi avevamo definito Volo un “autoreferenziale profeta del nulla” (ne abbiamo parlato qui>>) e anche Aldo Grasso sembra pensarla in modo simile:
Fabio Volo è un simpatico cazzeggione di provincia: in radio, in tv, in editoria ha costruito la sua fortuna sua questa sua innegabile e invidiabile dote. Ma poi arriva il momento in cui se fai un programma senza una sola idea (o con poche idee consunte) il pubblico se ne accorge, la diretta è impietosa.
Aldo Grasso prosegue poi col suo pungente ma brillante commento:
Nella diretta ci si accorge che il livello delle domande di Volo non è superiore a quello di Gigi Marzullo, che l’attacco a Paolo Brosio è di cattivo gusto (con tanto di intervista alla Madonna), che Maurizio Battista (e dico Maurizio Battista) ha più presenza del conduttore, che certe ospitate sembrano l’incontro smarrito fra due neuroni.
Articolo condivisibile in pieno! Per leggerlo nella sua interezza, clicca qui>>.
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