Mentre La7 si avvia ad essere acquisita da Urbano Cairo, si ricorrono le voci su cosa cambierà nella linea editoriale e nel palinsesto della rete.
Claudio Plazzotta, su Italia Oggi, ipotizza come potrebbe muoversi il nuovo editore in un palinsesto di rete che ha perso 100 milioni di euro in un anno. Il ragionamento parte da una considerazione: circa l’80% dei ricavi pubblicitari di una rete si ottiene nella fascia preserale e in quella di prime time. Perciò l’impegno di La7 dovrà essere quello di puntare su buoni programmi nella fascia oraria 18.45-22.30.
Ad essere sicuramente confermati saranno Enrico Mentana, Michele Santoro, Maurizio Crozza e Corrado Formigli. Talvolta in prima serata potrebbero venir proposti anche dei buoni film e qualche nuovo programma magari con personaggi come Claudio Bisio o Alessandro Siani. Per il preserale, esclusa l’ipotesi di game show in stile Canale 5 e Rai 1 e trasmissioni tipo quella di Geppi Cucciari, si potrebbe puntare sull’informazione e sull’approfondimento. Per trainare il Tg di Mentana potrebbe essere anticipato lo spazio di Lilli Gruber.
Verosimilmente, Cairo non investirà somme ingenti per rafforzare il palinsesto con nuovi costosi innesti e una volta sistemata la fascia preserale e serale si dovrà passare a tagliare qualcosa negli altri momenti della giornata.
Ad essere cancellati, nelle fasce orarie meno importanti potrebbero essere i programmi di approfondimento in diretta (Omnibus, Coffee Break, L’aria che tira). Impegnare uno studio con la diretta e pagare ospiti e redazione ha un costo molto ingente che non pare compensato da un soddisfacente risultato d’ascolto.
Secondo il ragionamento di Italia Oggi, a rischio potrebbero essere anche Benedetta Parodi, Gad Lerner, Daria Bignardi, Luca Telese e Nicola Porro. La nuova La7 potrebbe puntare dunque su risorse interne, su serie tv e su materiale mutuato dalla collaborazione con Sky in materia di diritti televisivi.
Cairo potrebbe puntare, almeno in un primo momento, a mantenere uno share del 3.5-4%, con ricavi simili a quelli attuali, a fronte di un risparmio del 30-40% sui costi.