I risultati delle elezioni politiche sono stati spiazzanti per il pubblico e per molti osservatori politici abituati a parlarsi addosso nelle “piazze televisive”.
Nelle aspettative della vigilia tutti pensavano ad una forte affermazione di Pierluigi Bersani, ci si domandava solo se ce l’avrebbe fatta a governare da solo o se avrebbe dovuto cercare un “aiutino” da Mario Monti. Silvio Berlusconi veniva dato per spacciato e Beppe Grillo era stato sottostimato. Oscar Giannino e Antonio Ingroia sembravano in condizioni migliori di quanto i risultati hanno decretato.
E invece… Tra Bersani e Berlusconi c’è stato un sostanziale pareggio, Grillo li segue poco dopo e Monti si piazza ad un’ingente distanza.
Come mai questo cortocircuito tra aspettative e realtà? Partiamo da Grillo: l’ex comico non è andato in tv “attivamente” ma di fatto ha goduto di un’ottima esposizione mediatica “passiva” e il suo messaggio è passato al grande pubblico. Ma andiamo a parlare della causa maggiore del cortocircuito tra attese e realtà.
La grande colpa sembra da attribuirsi ai sondaggisti che nella campagna elettorale hanno pontificato in tv, nelle trasmissioni di approfondimento e nei tg. Quasi tutti gli istituti demoscopici hanno sopravvalutato la forza di Bersani e sottostimato quella di Berlusconi e Grillo. Un esperto di politica e di statistica come Luca Ricolfi aveva avvertito tutti su questo punto. In una situazione come quella di questi mesi, gli intervistati sono stati portati a mentire e hanno dimostrato di non aver voluto rivelare la loro preferenza per il centrodestra o per il Movimento 5 Stelle.
Tale comportamento poteva essere prevedibile e ai sondaggi si potevano apportare dei correttivi statistici o si poteva scegliere in maniera più oculata il campione rappresentativo. Invece quasi tutti gli istituti hanno trascurato tale variabile e nelle trasmissioni pre-elettorali, i commentatori hanno discusso sulla base di dati “drogati” proprio come gli instant poll del primo pomeriggio di ieri.
In questo panorama, l’unica che ha proposto sondaggi più aderenti alla realtà del voto, è stata Alessandra Ghisleri di Euromedia Research, spesso liquidata spocchiosamente come “la sondaggista del Cavaliere”. Eppure la Ghisleri fu l’unica a prevedere il sostanziale pareggio del 2006 mentre tutti davano un’ampia maggioranza a Prodi e fu anche l’unica a prevedere la netta affermazione di Berlusconi nel 2008.
Per il futuro un consiglio ai gran cerimonieri dei talk show: fate un’analisi dei sondaggi di tutti gli istituti e valutate le tendenze complessivamente invece di affidarvi ai soliti sondaggisti ospiti fissi delle trasmissioni…