E’ stato il neologismo dell’estate 2012: TecheTecheTè, ovvero il titolo scioglilingua del programma estivo di access prime time di Rai1. Con una rinnovata veste grafica e un nuovo percorso editoriale TecheTecheTè torna tutte le sere alle 20.30 da martedì 4 giugno. E con un altro sottotitolo: da “Il Nuovo che Fu” a “Vista la Rivista”.
Giancarlo Leone, direttore di Rai1, ha dichiarato:
Techetechetè è un modo originale, non banale ed intelligente di usare le immagini dell’ampio repertorio delle Teche Rai – culturalmente uno dei più importanti – che ha raccontato e continua a raccontare il nostro Paese.
Se lo scorso anno TecheTecheTè giocava a proporre ogni sera il confronto tra 3 monografie di artisti di ieri e di oggi, in questa nuova edizione la regola è il tema: A come America, B come Bacio, C come Canzonissima fino allaZ come Zucchero, nel senso dell’amabilità, della leggiadria. A 60 anni dall’esordio dei programmi televisivi (il 3 gennaio 1954 la RAI-TV dette il via alla programmazione regolare) TecheTecheTè analizza ogni singola voce illustrando per immagini come e da chi è stata raccontata in questo lungo arco di tempo.
Barbara Scaramucci, Direttore di Rai Teche, ha spiegato:
L’utilizzo del materiale di repertorio, soprattutto quello “leggero”, da parte di Techetechetè è fatto con creatività e qualità rendendolo un programma di successo.
Si parte stasera con I come Italia: un’esilarante parata di attori e cantanti per illustrare come è stato raccontato il nostro Paese – i nostri Eroi, i nostri tic, i nostri pregi – in oltre mezzo secolo di gag televisive e brani musicali a soggetto tricolore. Caratteristica principale resta l’incalzante intersecazione tra situazioni e personalità, i voltapagina – ossia i siparietti in cui figure impertinenti liquidano con battute pertinenti la scenetta che precede – gli accostamenti sono audaci: Ignazio Silone chiosa Raffaella Carrà, Rita Levi Montalcini con Nino Manfredi, Enrico Berlinguer con Rosario Fiorello, Giorgio Almirante con Luciana Littizzetto, nella più spavalda, sfacciata e sfaccettata Rivista di immagini: figure nobili della storia nazionale – letterati, scienziati, statisti – che hanno affidato alla televisione dal 1954 ad oggi il loro pensiero, che TecheTecheTè decontestualizza, ritaglia e trasforma in motto, in arguzia da palcoscenico. Confermata la buffa Passerella Finale, quest’anno commentata dalla voce di Johnny Charlton, il chitarrista dei Rokes, il gruppo inglese più popolare in Italia negli anni ’60.
La Sigla
Mentre la sigla è stata convertita in un delirante miscuglio musicale : il TecheShake costruito su una cellula ritmica che incoraggia il movimento libero, una sorta di risposta italiana all’Harlem Shake, il pezzo che sta spopolando negli Stati Uniti. Il TecheShake – ideato da due compositori, Eleonora Paterniti e Enzo Campagnoli con il coinvolgimento di Pasquale Panella e di una squadra di formidabili musicisti – estrapola e ricolloca tutto, nello stile del programma, dalla classica sezione fiati del rhythm and blues alla fanfara dei bersaglieri, dalle citazioni pop alle arie operistiche, dal giro di rock al nitrito del Cavallo Rai di Viale Mazzini. Ma non basta: lo stesso brano è a sua volta associato a un ballo frenetico che si candida a diventare il tormentone da discoteca dell’estate 2013: è un mosaico di 4 danze che hanno decorato l’intrattenimento storico della televisione italiana: il “Tuca Tuca” di Raffaella Carrà (1971) , il “Geghegé” di Rita Pavone (1965) , il “Testa Spalla” di Don Lurio (1973) e il “Cicale” di Heather Parisi (1981). Queste 4 figure di ballo danno vita a una magnetica sequenza coreografica. E viste le date di nascita delle rispettive figure sorge addirittura il sospetto che siano stati proprio Rita Pavone, Raffa, Don Lurio e Heather a ispirare gli americani per l’Harlem Shake. L’ideatore del ballo-miscela del TecheShake è il coreografo Mvula Sungani.