Sul Corriere della Sera di stamani, Aldo Grasso analizza Unti e Bisunti (domenica, ore 22.10 su Dmax), il programma sui “cibi di strada”, condotto da Chef Rubio.
Anzitutto Grasso parte da una premessa in cui spiega il successo dei programmi di cucina nella tv contemporanea:
da quando il cibo ha smesso di essere solo una necessità ed è entrato nel regno del superfluo, trasformandosi nell’espressione di uno stile di vita, la tv è diventata una delle sue vetrine più importanti. La conseguenza è stata un’abbuffata di programmi di cucina.
In Unti e Bisunti, secondo Grasso:
L’idea di fondo è quella di ribaltare la filosofia dell’esibizione del cibo come status symbol, come trionfo di ingredienti esotici e forme raffinate, e riportarlo alle basi. […] l’approccio al cibo è grezzo e pulp, le pietanze grondano calorie, sono fatte con materie prime umili.
Secondo il critico televisivo del Corriere, l’aspetto più interessante della trasmissione di Dmax è quello documentaristico che indaga le tradizioni culinarie italiane in chiave moderna. Nell’opinione di Grasso, Chef Rubio è un performer particolarmente abile nell’arte della comunicazione ma i veri protagonisti dello show sono i cuochi di strada incontrati lungo il viaggio per l’Italia.