Giovedì 18 luglio, alle 21.20 su Rai1, terzo appuntamento con Superquark, il magazine televisivo di scienza, natura e tecnologia, ideato e condotto da Piero Angela.
In apertura, con la troupe di Nicolas Hulot ci si recherà nella punta estrema della Siberia, la Kamcatka, per incontrare gli Evenio, nomadi allevatori di renne e per scoprire una natura selvaggia, dove convivono il ghiaccio ma anche il fuoco dei vulcani. E poi gli orsi, raramente filmati così da vicino.
A seguire, si parlerà di lotterie: ai vincitori spesso l’enorme fortuna piovuta dal cielo rovina letteralmente la vita. Lorenzo Pinna è andato all’Università di Vanderbilt a Neshville – dove hanno studiato 35.000 vincitori della lotteria della Florida – e poi ha intervistato alcuni di questi “fortunati/sfortunati”.
Alberto Angela invece porterà i telespettatori a Comacchio, dove una nave mercantile romana affondò nell’Adriatico a breve distanza dal delta del Po, con un carico molto singolare. E risalendo proprio dal carico, si ricostruirà la storia della nave.
Per la rubrica Come si fa sarà ospite lo zoologo Ferdinando Boero con il quale si parlerà di meduse. Altro tema della puntata il toxoplasma: un minuscolo parassita che infetta in una maniera particolare, una persona su tre. Gli esperti studiano gli effetti della sua infezione sul comportamento umano. Sono andate a intervistarli Barbara Gallavotti con Giulia De Francovich.
Per dietro le quinte della storia, con il prof. Barbero si parlerà degli italiani all’estero mentre per Polvere di stelle, Piero Angela e il prof. Bignami spiegheranno la teoria dei multi versi. E ancora, le stampanti 3D sempre più affidabili ed economiche, aumentano i materiali utilizzabili: plastiche, metalli, vetro, paste di legno e altri ancora. Questo consentirà quasi a chiunque di inventare o personalizzare molti oggetti. Giovanni Carrada con Andrea Pasquini sono andati a vedere come la fabbricazione 3D, come le tecnologie digitali, farà nascere nuovi mestieri. Infine, per La scienza in cucina, la dott. Elisabetta Bernardi parlerà di gelati, come si fanno e quanti ne passiamo mangiare.
Durante le riprese di Superquark, riesaminando, i reperti di una nave da trasporto romano scoperta una trentina di anni fa e ora esposti nel museo di Comacchio, vicino a Ferrara, ci si è accorti di tanti indizi e oggetti che testimoniavano la presenza di legionari romani a bordo di questa nave, veri e proprio “marines” di 2000 anni fa. E’ uno dei temi della puntata di SuperQuark in onda giovedì 18 luglio su Rai1 alle 21.20. Concentrando l’attenzione sui tipici sandali da legionario perfettamente intatti da più di 2000 anni (caligae) si è scoperta la “versione completa”. Al loro interno c’erano delle “calze” di cuoio (simili a dei mocassini) per proteggere il piede dal freddo, dalle spine ecc… Questa scoperta indica che i legionari romani, per lo meno nei periodi freddi e piovosi non andavano a piedi nudi o con solo delle pesanti calze di lana come a volte si vede in tante ricostruzioni storiche, film o serie TV, ma più logicamente avevano una protezione di cuoio attorno al piede da infilare dentro il sandalo. Era l’equivalente degli “anfibi” dei soldati attuali. La scoperta verrà mostrata e illustrata da ricostruzioni del gruppo storico Legio I Italica, che ha riprodotto fedelmente queste calzature, trovandole tra l’altro, estremamente comode e pratiche.
Tra le centinaia di oggetti trovati a bordo e oggi esposti nel museo, alcuni sono in cuoio,come borse e bisacce incredibilmente conservate dopo 2000 anni. In un caso, qualora venisse confermato, ci si troverebbe di fronte ad una rarissima fodera da scudo di legionario un “unicum” nel suo genere. Altri reperti “militari” sono un gladio con elaborate incisioni, probabilmente da ufficiale, i resti di un pugnale, forse da ufficiale e più di 100 pesanti lingotti di piombo con i sigilli di legioni basate in Spagna. Tutto questo proverebbe la presenza di più legionari a bordo dell’imbarcazione. Inoltre il ritrovamento di eleganti sandali femminili e dei resti di scarpe da bambino ha fatto ipotizzare anche la presenza di un ufficiale con la sua famiglia in trasferimento. Il naufragio avvenuto per cause mai chiarite pochi anni prima della nascita di Cristo si situa in un periodo di espansione di Roma che aveva appena conquistato il Norico e la Rezia (a cavallo delle Alpi, all’incirca alle attuali Austria e Svizzera) giustificando la presenza di legionari a bordo dell’imbarcazione. Non è da escludere che tutto il carico fosse destinato a un distaccamento militare, esattamente come accade oggi ad un aereo militare che vola verso zone di guerra. La scoperta e lo scavo molto accurato , realizzato dalla dott.ssa Fede Berti, offrono così agli spettatori una vera perla del patrimonio culturale italiano in un viaggio di 2000 anni.