Stasera su Rai1 andrà in onda la seconda puntata di Così lontani così vicini, il people show condotto da Al Bano Carrisi e Cristina Parodi, che si pone l’obiettivo di far ritrovare persone che si sono perse di vista.
Il debutto – sebbene abbia vinto la serata – non ha entusiasmato particolarmente il pubblico televisivo: i telespettatori sono stati circa 4 milioni e lo share si è fermato appena sotto al 16%.
Guardando lo show, la prima sensazione è quella del “già visto”. Un po’ Carramba, un po’ C’è posta… Non basta l’essere “on the road” (e non in uno studio televisivo) a rendere moderno un programma!
La prima puntata ha presentato 3 storie in cui si doveva ricercare dei parenti e una storia breve (in perfetto stile Carramba) in cui l’unico obiettivo era quello di far rincontrare un fratello e una sorella che non si vedevano da 20 anni.
Non essendoci lo studio a incorniciare il momento dell’incontro sarebbe stato opportuno eliminare gran parte della liturgia delle lacrime per concentrarsi su un elemento più interessante e finora mai approfondito in questo genere di show: la fase della ricerca.
Invece questa fase, nonostante sia in mano ad una giornalista come la Parodi, viene liquidata in pochissimi minuti facendo addirittura sorgere dei dubbi sulla veridicità del racconto… Nella prima storia un uomo cerca la sorella biologica che era stata data in adozione da piccola. Il “caso” ha voluto che la ricerca sia stata particolarmente facile per Cristina Parodi: anche la mamma adottiva della donna, guarda caso…, aveva scritto a Così lontani così vicini (che peraltro non era mai andato in onda!) per ritrovare la famiglia biologica di sua figlia. Coincidenze del destino?
Nella seconda storia, un ragazzo brasiliano, adottato da una famiglia italiana, era alla ricerca della madre naturale e della sorella. La fortunatissima Cristina Parodi è riuscita a trovare le due donne brasiliane semplicemente cercando su dei siti web di annunci… Carramba che fortuna! ci verrebbe da dire…
Nell’ultima storia della serata (ragazza adottata in cerca delle sorelle naturali) la spiegazione della ricerca è stata leggermente più dettagliata ma comunque il tutto si è risolto in nemmeno 2 minuti di trasmissione.
Ripetiamo il solito concetto – essendo uno show on the road si poteva evitare la solita “liturgia” – anche per un altro aspetto del programma: il programma appare ripetitivo e troppo schematico quando si ripropone, per entrambe le persone di ogni storia, il rito dello scambio della lettera e della foto. Questo elemento è inserito in modo poco efficace nella narrazione e la appesantisce inutilmente.
Così lontani così vicini, per quanto ben realizzato dal punto di vista tecnico, non sembra avere ben chiara la sua missione. A C’è posta per te l’elemento principale è la riconciliazione (in questo i programmi differiscono molto) e il tutto è tenuto insieme dalla sapiente regia di Maria De Filippi che, con le sue parole, indaga i rapporti umani e non si limita alla celebrazione dell’incontro nello studio televisivo come avveniva con Raffaella Carrà a Carramba. In Così lontani così vicini questi due aspetti non vengono approfonditi. Giustamente – aggiungiamo -, essendo un tipo di show differente. Ma allo stesso tempo non si capisce su cosa punti davvero l’attenzione il nuovo programma di Rai1. Avremmo preferito che, per tener fede all’innovativo aspetto on the road, il programma si fosse concentrato di più sulla fase della ricerca che su quella degli abbracci in cui il pubblico (proprio perché l’azione non avviene in un ambiente “istituzionale”, come lo studio) rischia di sentirsi di troppo, rischia di sentirsi “un guardone dei sentimenti” tramite l’occhio indiscreto della telecamera…