Sul Corriere della Sera di stamani, Aldo Grasso commenta l’edizione appena conclusasi di C’è posta per te di Maria De Filippi.
Scrive il critico televisivo del Corriere:
«C’è posta» è l’espressione più compiuta dell’estetica e dell’ideologia della Maria De Filippi Spa […] Nel suo tessuto narrativo convivono alto e basso, si passa dall’eleganza di Charlize Theron […] a beghe familiari di quarta categoria, che danno il senso di un’Italia ancora molto arcaica. Patriarcati e matriarcati, un senso della famiglia costruito su regole ferree e primordiali. Le figure che animano le storie sono spesso ricorrenti.
Ma secondo Grasso, più che le storie, ad essere importante nella narrazione del programma è proprio la De Filippi/Narratrice:
Le storie sono importanti ma quello che conta davvero nel programma è il ruolo della loro narratrice: dà voce ai sentimenti di chi non possiede le parole per esprimerli (trasforma i soggetti in oggetti), riconcilia e riunisce senza mai prender troppo le parti di nessuno, una specie di «fredda» mediatrice familiare televisiva.