Il periodo d’oro di Enrico Mentana al Tg La7 sembra essere ormai finito…
Negli ultimi 2 anni il telegiornale ha registrato un deciso calo di ascolti. A farlo notare è Marco Castoro su La Notizia Giornale:
In questa stagione la media non ha raggiunto il 7% (mentre l’anno scorso era intorno all’8 e nei primi mesi di vita superava stabilmente il 10% raggiungendo anche l’11 e il 12).
In effetti, dati Auditel alla mano, nel 2013 il Tg La7 (nell’edizione serale, la più importante, quella condotta da Mentana) aveva raggiunto una media di 1.657.017 telespettatori, con uno share del 7.30% (-114.453 e -0.52 punti percentuali di share rispetto al 2012) mentre nel primo quadrimestre del 2014 si è scesi a una media di 1.556.550 telespettatori, con uno share medio del 6.20% (-427.575 e -1.47 punti percentuali rispetto al primo quadrimestre 2013).
Questo calo di ascolti sembra avere ragioni più politiche che televisive. Quando Enrico Mentana arrivò alla direzione del Tg La7, Silvio Berlusconi era ancora saldamente in sella alla guida del paese e il suo telegiornale a molti sembrava l’unico spazio informativo (per lo meno tra quelli delle ore 20) non “contagiato” dal berlusconismo. Gli spettatori più politicizzati e di sinistra non erano disposti a guardare il Tg5 e molti lasciarono anche il Tg1 diretto da Augusto Minzolini, considerato troppo favorevole al centrodestra. Il Tg La7 raggiunse i suoi ascolti migliori nelle settimane della “caduta” di Berlusconi. Successivamente i governi tecnici e di larghe intese hanno contribuito a smorzare la polarizzazione dello scontro politico e di conseguenza è calato l’interesse per la politica in tv (il Tg di Mentana è fondamentalmente incentrato sulla politica). Il minore interesse per la “cosa pubblica” è degenerato in taluni casi in antipolitica e questa parabola discendente sembra aver influenzato anche gli ascolti del Tg La7. Scrive ancora Castoro:
Anche la media dei telespettatori è andata via via scemando. I due milioni sono ormai soltanto un lontano ricordo. Siamo intorno al milione e mezzo (quest’anno altri 300 mila hanno cambiato canale).
Spesso però ci è stato detto che, nonostante tutto, il Tg di Mentana era ancora il preferito da una fantomatica “classe dirigente” del paese. I dati, sorprendentemente, sembrerebbero contraddire anche questa affermazione:
il tiggì di Mentana è molto visto dalla fascia di età intorno ai 65 anni. Il 70 per cento degli ascoltatori hanno un’età superiore ai 55 anni. In pratica non sono i manager a guardare il tiggì della sera di La7 bensì i pensionati. Poco più del 2% sono gli studenti in visione.
Dai dati, viene fuori che a seguire il Tg La7 è un pubblico tendenzialmente anziano, il cui pubblico, per oltre due terzi, è costituito da over 55 (a detenere lo scettro nel target commerciale 15-64 anni è ancora il Tg5) e che tra i suoi spettatori può annoverare solo poco più del 2% di studenti.
Detto questo, il nostro giudizio sulla professionalità di Mentana rimane totalmente positivo: è un fuoriclasse della notizia e il suo talento è innegabile.
Ma vogliamo sfatare un’altra convinzione dei fan sfegatati di Enrico… In molti si sono lanciati in sperticate lodi per il suo Tg che dava più spazio alla politica e alle news pesanti trascurando quasi completamente le notizie di costume, quelle sul meteo, quelle sul traffico o la cronaca nera… A tutti queste “anime belle” vorremmo ricordare che quel gran genio televisivo che è Mentana, poco più di 20 anni fa fece proprio l’operazione opposta. Per imporre e far crescere il suo Tg5 scelse una linea editoriale meno istituzionale e più leggera rispetto al Tg1, dando grande spazio proprio a notizie sul meteo, sulla cronaca o sul traffico. Molto meno politicizzato dei suoi telespettatori, Enrico Mentana è sempre riuscito a capire i settori di mercato “scoperti” che, se affrontati nei suoi tg. avrebbero potuto portare pubblico. E grazie a questo grande fiuto ne è sempre uscito vincitore, almeno finora…
