Vacanze a Miami, titolo da cinepanettone per un programma d’inchiesta e di testimonianza. Lo speciale di Rai3 andato in onda il 6 gennaio 2015 è stato un vero e proprio flop: 827.000 telespettatori pari al 3.03% di share.
Così il comunicato stampa ufficiale descriveva la trasmissione:
Un mosaico di dodici storie vere cucite su una struttura che prova ad intrecciare la commedia all’italiana classica con il ritratto, la testimonianza, l’inchiesta. […] Quelle di Vacanze a Miami sono storie di italiani che hanno trovato l’America o la cercano in Florida. […] Con una struttura da film ad episodi, con Vacanze a Miami si prova a realizzare una scrittura a posteriori della commedia del reale. Quello che ne emerge è una nuova galleria di italiani che non solo fanno sorridere ma narrano l’attuale congiuntura economica con lo spirito di chi ha messo in campo intraprendenza, curiosità, rischio senza indulgere nel racconto della propria sofferenza.
Sia chiaro: provare a sperimentare nuovi format e nuovi linguaggi è sempre un’operazione meritoria. Il programma risultava anche gradevole, sicuramente ben confezionato ma troppo lungo e mancante di ritmo. E il verdetto del pubblico è stato implacabile: tra le reti generaliste, Rai3 è riuscita a fare meglio solo del film di La7.
Nel comunicato stampa veniva dichiarato esplicitamente:
Tra vacanzieri e lavoratori emigrati, si prova così, attraverso la tv, una riscrittura del filone d’oro del cinema italiano con l’ambizione di dare vita ad un nuovo format, da servizio pubblico.
La lodevole “ambizione di dare vita ad un nuovo format da servizio pubblico” si è andata subito a scontrare con la netta bocciatura del pubblico…