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The Voice, trasmissione che non lascia il segno (e anche gli ascolti languono)

Lo diciamo da quando è cominciata la prima edizione italiana di The Voice. Per parlare di successo di ascolti, il talent show dovrebbe raggiungere – secondo noi -uno share medio che navighi almeno attorno al 15%. 

Abbiamo fissato tale quota in base al successo internazionale del format (in particolare della versione USA) ma soprattutto “correggendo” al ribasso il dato della Spagna. Ci siamo concentrati sulla Spagna perché è il paese che ha il mercato televisivo più simile al nostro. La Voz viene trasmessa su TeleCinco, l’ammiraglia del gruppo Mediaset España. La prima stagione (autunno 2012) ottenne ascolti da capogiro: oltre il 30% di share con circa 5 milioni di spettatori medi. La seconda stagione (autunno 2013) ottenne uno share medio superiore al 23% con circa 3,5 mln di spettatori. La terza stagione (primavera 2015, attualmente in onda) – che vede tra i giurati anche Laura Pausini – nelle puntate trasmesse finora, ottiene uno share medio del 24.5% con quasi 3,8 milioni di spettatori medi. In virtù del fatto che in Italia The Voice non viene trasmessa da una rete ammiraglia, abbiamo deciso di “correggere al ribasso” il dato spagnolo per ottenere quel 15% che, secondo noi, potrebbe considerarsi la soglia di ascolti soddisfacente.

Già nelle scorse stagioni eravamo lontani da questa soglia e quest’anno il dato è ancora peggiore. La prima stagione (primavera 2013) lo share medio si fermò al 13.74% con 3,3 mln di spettatori medi. La seconda edizione (primavera 2014) l’ascolto medio si fissò a 3,2 mln di spettatori ma lo share medio salì al 14.13%. Quest’anno le puntate andate in onda finora (esclusa dunque la finale di stasera) raccolgono uno share medio pari all’11.78% e i telespettatori medi si fermano a 2,67 mln. Bisogna comunque evidenziare che gli ascolti di The Voice sono ampiamente superiori alla media di rete.

Potremmo (brutalmente) sintetizzare che il primo anno c’era l’effetto novità, il secondo anno gli ascolti si avvantaggiarono del fenomeno Suor Cristina mentre quest’anno non c’è niente… Nella storia di The Voice (esclusa appunto la monaca, anche se non per meriti artistici) sembra che nessun cantante riesca a lasciare il segno. Nemmeno la trasmissione riesce a “far notizia” o a diventare virale sul web; quest’anno il massimo dell’attenzione è stata ricevuta solo grazie a Francesco Facchinetti che si è tatuato il nome di J-Ax in diretta…

La trasmissione sembra non avere la forza di imporsi nel panorama comunicativo, è come se le puntate scorressero anonime senza lasciare impresso nel pubblico nemmeno un ricordo. Certo, ora i soliti soloni ci ricorderanno che The Voice è fortissima su Twitter. Noi rispondiamo che non basta leggere i tweet in diretta per render “social” una trasmissione. E poi, ci sembra opportuno ricordarlo, il mercato televisivo e gli investimenti pubblicitari si basano ancora sul buon vecchio Auditel. Il resto suona come “premio di consolazione”.

Ci dispiace ammettere che The Voice of Italy non riesca a lasciare segno, perché il format è potentissimo, la trasmissione è ben realizzata e anche la giuria ci pare all’altezza del compito. Speriamo che stasera il talent show riesca a stupirci con un colpo di coda…

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