Ivan Cotroneo, Stefano Bises e Monica Rametta, il trio delle meraviglie della fiction Rai (loro hanno firmato i migliori prodotti degli ultimi anni: Tutti pazzi per amore per il genere comedy, Una grande famiglia per il genere drama), si sono ripresi alla grande dallo scivolone di Un’altra vita…
La fiction con Vanessa Incontrada non è stata uno scivolone dal punto di vista degli ascolti ma da quello dello stile narrativo. Dopo averci deliziato con produzioni innovative, sembrava che con Un’altra vita i tre autori si fossero adagiati sullo standard medio (o mediocre) della fiction Rai.
Con È arrivata la felicità, invece, si torna ad innovare (pur restando per alcuni versi sulla stessa traiettoria di Tutti pazzi per amore). La nuova fiction innanzitutto si segnala per essere piuttosto originale nel panorama dei generi della fiction italiana. La serie è una comedy romantica “all’americana”, in un mercato dominato da polizieschi e dai crime, dai melodrammi e dai period drama (drammi storici o in costume), o serie a metà tra il giallo e la commedia.
Particolarmente innovativa è la “cornice” narrativa. La storia ci è raccontata dai due protagonisti che “rompono la quarta parete” e si rivolgono direttamente al pubblico guardando in camera, come se lo spettatore fosse un amico a cui raccontare la storia d’amore o un analista a cui confidare i travagli del cuore.
I personaggi sono ben sviluppati e, sebbene dalla prima puntata sia forte la sensazione di trovarsi di fronte a degli stereotipi, non si scade mai nella macchietta. Il cast di attori è di livello alto e ciò contribuisce molto alla riuscita della fiction.
La trama sembra aprire molti scenari narrativi: oltre alla storia d’amore dei protagonisti e alle varie storyline dei comprimari, si intravede la possibilità di sviluppi grazie alla diversa sensibilità politica, sociale e culturale delle due famiglie d’origine dei personaggi principali.
È arrivata la felicità si rivela dunque un prodotto fresco, leggero, appassionante e di alto livello qualitativo, sicuramente molto superiore alla media delle produzioni italiane, vicino semmai – per certi versi – alla serialità comedy statunitense. Le prossime puntate ci faranno capire se queste prime impressioni saranno confermate.