Esce il 12 novembre 2015 il nuovo numero di Link. Idee per la televisione, rivista trimestrale di analisi televisiva edita dal Gruppo Mediaset. Il nuovo volume è dedicato ai programmi tv con protagoniste le persone comuni: il genere “factual”, detto anche “unscripted”. Ovvero la rappresentazione della realtà umana così com’è, senza sceneggiatura e attori. Un tipo di tv da tempo presente in modo massiccio nel mondo anglosassone e che sta prendendo sempre più spazio anche in Italia.
Il “factual” indaga spicchi insoliti della realtà con protagonisti che vivono particolari condizioni private, fino ad arrivare a disturbi di salute o comportamenti compulsivi. Se la gente è arrivata in tv attraverso i reality show – e la seconda fase ha riguardato la selezione della bravura nascosta grazie ai talent show – ora la tv accende un faro sulla vita quotidiana di persone sconosciute, riprese senza filtri non in studi televisivi o in set costruiti, ma direttamente nei luoghi reali in cui vivono.
Accanto alla sbornia di serie tv e format sempre più elaborati, negli ultimi anni si è andata affermando una televisione che ha per protagonisti gli sconosciuti – Ginnaste e Calciatori, nani e giganti, sportivi e ballerini, malati e guardie doganali, viaggiatori e imprenditori, obesi e hoarder –, le cui storie sono raccontate avendo come modello le narrazioni seriali molto più che il documentario. In questa televisione si compie l’atto finale della progressiva trasparenza della gente comune. Non c’è davvero più nulla che non possa essere rappresentato: al contrario, andare alle origini del privato – di qualsiasi privato, anche di quelli più oscuri e apparentemente minori – è la condizione essenziale per partecipare a questa tv. Il prezzo da pagare per potersi dire “onesti”, “autentici” e “veri”. Più dei telefilm, la tv delle gente comune, il factual, rappresenta il nuovo: ciò che c’è sempre stato, e ora incarna lo spirito del tempo.
Sul significato di questa nuova televisione, il modo tecnico in cui viene realizzata, il perché dell’interesse del pubblico, “Link” ha dato la parola a 14 professionisti e studiosi del mondo dei media con interviste, contributi e critiche.
Interviste ai protagonisti: È una televisione fatta dai produttori, in cui la realtà è provocata, fatta accadere. Per questo Link ha intervistato i protagonisti e gli autori, direttamente dal dietro alle quinte: Peppi Nocera, che da una lunga esperienza televisiva tradizionale approda all’unscripted lato talent e factual; Simona Ercolani, che ha trasformato queste storie in successi dallo stile immediatamente riconoscibile; Chiara Salvo, che con Kymera, la sua piccola casa di produzione, introduce elementi di novità e affronta le sfide del mercato; Eugenio Bonacci che racconta le sfide del creative producer; e Sergio Del Prete che ricostruisce le tendenze e i modelli di questo genere di tv. E ancora alcuni “maestri” internazionali: Jim Allen, uno dei più importanti produttori di factual entertainment nel Regno Unito; e Sarah Thornton, che svela i trucchi del factual e le ragioni del suo successo in tutto il mondo.
All’interno del numero: Viva la gente. Storia abbozzata delle persone comuni in televisione (Luca Barra); Pubblico in scena. Scoperta dei personaggi e rappresentazione della società (Peppino Ortoleva); Prove tecniche di empatia. Docu-reality e dintorni (Violetta Bellocchio); Non c’è storia. Quando funziona il racconto sul piccolo schermo (Nico Morabito); Autofiction involontarie. Fenomenologia della gente in tv (Arnaldo Greco); Accumulare indizi. La nonfiction e il sentimento del tempo (Cristiano de Majo); È successo davvero. Un personal essay (Tim Small).
“Link-Idee per la televisione” è arrivata al 19esimo numero. Edita dal Gruppo Mediaset, diretta da Fabio Guarnaccia, è in libreria (15 euro) e online (edizioni per Kindle, tablet iOS e Android) dal 12 novembre.