Al netto della curiosità e delle aspettative per il debutto, di solito, le prime puntate di un reality show sono le più noiose perché non c’è azione ma si perdono ore per presentare i concorrenti e per farli entrare in una Casa o per farli sbarcare su un’Isola. Ieri sera non è stato così. L’Isola dei Famosi 2017 è iniziata “in medias res”, siamo entrati subito nel vivo del gioco senza perder tempo in lunghe presentazioni o nel tradizionale rito (trito e ritrito) del tuffo dell’elicottero.
Questo è stato un bene perché ha snellito l’azione e ha permesso che già alla fine della prima puntata fossero chiare alcune dinamiche tra i naufraghi (simpatie, antipatie e strategie). A memoria non ricordiamo una prima puntata in cui mancasse l’ipocrisia del “siamo un bel gruppo” o del “non so chi nominare, ho legato con tutti”.
Quest’anno l’Isola è stata rinnovata in chiave evolutiva e antropologica. Pensavamo si trattasse del solito annuncio da conferenza stampa ma invece la novità c’è e si vede. I naufraghi dovranno affrontare delle prove e un “comitato scientifico” valuterà il loro grado di evoluzione, che si tradurrà nella permanenza in Isole a diversi stadi di evoluzione e di comodità. In realtà il “comitato scientifico” non esiste a far da discriminante per la valutazione saranno le performance di una scimmia, la Dottoressa Tibi: chi nelle prove farà peggio di lei sarà considerato “non evoluto”. La trovata è simpatica anche se dovrà essere messa ben a punto per risultare ogni volta sbalorditiva e ironica.
Un giudizio positivo lo merita anche Alessia Marcuzzi che è parsa completamente a suo agio. L’assenza di due colossi come Mara Venier e Alfonso Signorini sembra averla tolta dall’imbarazzo. Alessia è stata padrona della scena e sembra aver guadagnato quel pizzico di cattiveria e cinismo che le è sempre mancato. Perfetta l’accoppiata con Vladimir Luxuria che si rivela perfetta nel ruolo affidatole e riesce ad essere ficcante senza scadere nella retorica o nella “caciara”.
Non altrettanto positivo il giudizio su Stefano Bettarini. Lontanissimo dalla professionalità di Alvin, l’ex calciatore si esprime male e ha poca proprietà di linguaggio. Però prova almeno ad essere ironico e a non prendersi troppo sul serio.
Menzione speciale allo studio: sebbene sia simile a quello delle scorse edizioni, risulta più avvolgente (anche grazie all’abbraccio dei grandi vidiwall) e più denso di pubblico. E poi abbiamo molto apprezzato quello che accade subito prima della pubblicità: quando l’inquadratura è a tutto campo e dall’alto, lo studio si spegne completamente lasciando un punto luce solo su Alessia al centro della scena.