Lunedì 29 maggio 2017, alle 21.30 su Rai3, nuovo appuntamento con Report, condotto da Sigfrido Ranucci.
Tra i servizi in scaletta:
POSTE FUTURO CERTO
Di Alberto Nerazzini
Che cos’è Poste Italiane? Qual è il suo futuro? Domande semplici con le quali l’inchiesta di Alberto Nerazzini penetra un mondo complesso, ad altissima densità finanziaria, dove tutto, in fondo, può accadere. E sono domande necessarie, visto che in ballo ci sono ben 498 miliardi dei risparmiatori italiani. L’ultimo bottino che fa gola a tanti. Poste Futuro Certo ripercorre le principali mutazioni della più grande azienda di servizi del paese; indaga sulle condizioni dei lavoratori e sul mercato postale totalmente liberalizzato; sulle probabili conseguenze della quotazione; sulle criticità della sua operatività bancaria e finanziaria. L’inchiesta offre lo sguardo dall’altra parte dell’Oceano, in Canada, dove il sogno di una banca postale diversa sembra ancora possibile.
LA GRANDE TRUFFA
Di Federico Ruffo
Per mettere in crisi una delle più solide e antiche banche d’Europa possono bastare pochi ingredienti: una fiduciaria che porta lo stesso nome, un manager italo-francese dotato di grande inventiva e non altrettanti scrupoli, una costellazione di società off-shore create a tavolino. I fatti: nel 2015 la Finma, ente di vigilanza sui mercati in Svizzera, dichiara il fallimento d’ufficio di Banca Hottinger , fondata nel 1786. La liquidità è diventata insufficiente, a fronte di un peso sempre più schiacciante di contenziosi con la clientela. All’origine ci sono anche le operazioni della società fiduciaria Hottinger & Partners, all’interno della quale un giovane manager, Fabien Gaglio, è accusato di aver fatto scomparire decine di milioni di euro sottraendoli dai conti di ignari correntisti. Come un Robin Hood rivisitato rubava ai ricchi per dare ad altri ricchi: se stesso, i suoi parenti e i suoi amici. Ben cinque procure di quattro diversi paesi (Ginevra, Parigi, Lussemburgo, Reggio Emilia e Bolzano) stanno tentando di ricostruire un flusso di denaro che, in parte finisce in Italia, sui conti di alcuni imprenditori (tra i quali evasori fiscali rei confessi) e anche sul conto di un famoso compositore.
Per la rubrica “ONORE AL MERITO”
“IN VIAGGIO CON PAPÀ”
Di Luca Chianca
Cosa c’entra l’ex ragioniere dello Stato Andrea Monorchio con il sistema di malaffare su cui si indaga negli appalti della Salerno-Reggio Calabria? A prima vista niente, a parte il fatto che tra gli arrestati c’è anche suo figlio, l’ingegner Giandomenico Monorchio. Proprio a Giandomenico la Salini-Impregilo, vincitrice della gara, aveva affidato il compito di controllare l’esecuzione dei lavori e ora Monorchio junior è accusato di aver creato una società parallela che prendeva commesse da quelle stesse ditte che era incaricato di controllare. Ma come mai l’incarico era andato proprio al figlio del professor Monorchio? Niente a che vedere con il fatto che l’ex ragioniere dello Stato sia passato a presiedere Ispa, la società pubblica che finanziava le grandi infrastrutture? Dopodiché il servitore dello Stato ha avuto un ruolo anche all’interno della società Salini Costruttori.