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Report, puntata del 14 maggio 2018

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Lunedì 14 maggio 2018, in prima serata su Rai3, nuovo appuntamento con Report, condotto da Sigfrido Ranucci.


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Le inchieste della puntata:

“Fuori controllo”, di Bernardo Iovene. Nel magazzino Conad del centro Italia su 400 lavoratori 380 sono forniti da una cooperativa esterna, che periodicamente cambia limitando i diritti dei lavoratori. Nei cantieri navali della Fincantieri a Porto Marghera, su cinquemila lavoratori, quattromila sono forniti da 300 società esterne. Lavorano per 3-4 euro l’ora senza alcun diritto. Un sistema definito “paga globale”, un’illegalità di massa che gli organi preposti al controllo non riescono a regolarizzare. La vigilanza degli ispettorati del lavoro vive un momento di transizione che ne diminuisce l’efficacia: dal primo gennaio 2017, infatti, gli ispettori del ministero del Lavoro, dell’Inps e dell’Inail sono stati unificati nell’Ispettorato Nazionale del Lavoro (INL), ma i dipendenti di Inps e Inail non sono confluiti nel nuovo ente. Si è creato quindi un corto circuito, prendono le direttive dall’INL ma resteranno dipendenti dei propri enti fino alla pensione con un “ruolo a esaurimento”. La riforma, prevista dal Jobs Act e approvata a costo zero, fino a oggi avrebbe determinato incertezza, rallentamento dell’attività ispettiva e minori introiti dal recupero dei contributi previdenziali evasi.

“Le criptovalute”, di Giuliano Marrucci. Nate appena tre settimane dopo il crollo di Lehman Brothers, da un’idea di un personaggio rimasto anonimo, le criptovalute a gennaio sono arrivate a capitalizzare oltre 600 miliardi di euro, dieci volte il valore di aziende come Eni, Enel o Intesa Sanpaolo. Pochi giorni dopo però il mercato è crollato, e nel giro di pochi giorni si è ridotto a poco più di un terzo. È la fine delle criptovalute? O dietro la bolla speculativa c’è qualcosa destinato a durare?

“Scripta volant”, di Francesca Ronchin. Cosa gira intorno ai volantini pubblicitari? Quelli che vediamo nella cassetta delle lettere sono solo una parte, molti non vengono distribuiti ma venduti come carta da macero. Una pratica che danneggia i marchi della grande distribuzione: continuano a stampare in eccesso e spesso non sono al corrente delle irregolarità. Dal canto loro, le aziende incaricate del recapito spiegano che i prezzi sono troppo bassi per riuscire a consegnare tutto. Il mondo del volantino è un business che vale circa 200 milioni di euro, le società che operano nel settore sono 450, ma sono solo due o tre quelle che si dividono la gran parte del mercato.

“Buoni a nulla”, di Cecilia Andrea Bacci. Tempestano le vetrine di bar, ristoranti e supermercati. Sono i loghi delle società che emettono i buoni pasto che ogni anno, in Italia, smuovono tre miliardi di euro. A spenderli – quando possibile – 2,5 milioni di lavoratori, dipendenti e collaboratori, pubblici e privati. Eppure capita di vederseli rifiutare. Cosa c’è dietro al rifiuto dell’esercente? Commissioni elevate e mancati pagamenti. Ristoratori e negozianti accettano di convenzionarsi con le società emettitrici per non perdere clienti e fatturato. Consip, che con i suoi bandi di appalto copre un terzo del mercato nazionale, aggiudica i lotti secondo l’offerta economicamente più vantaggiosa. Ma alla fine, di un buono da cinque euro, cosa resta in mano? Una cosa è certa: il piatto vuoto del lavoratore che non riesce a spendere il suo ticket.

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