Nuovo appuntamento, venerdì 29 giugno in prima serata su Rai3, con La Grande Storia. Otto nuove puntate per riflettere sui grandi temi del Novecento, con approfondimenti sugli aspetti meno trattati, con i puntuali consigli di Paolo Mieli. Oltre al tradizionale contributo delle interviste a storici, esperti e testimoni, questo nuovo ciclo si è arricchito di immagini inedite, in gran parte a colori o colorizzate, e di filmati realizzati con l’ausilio di riprese in esterni e di inviati sul posto.
Si comincia con I campioni di Hitler di Cristina Erbetta. Hitler vuole una nazione forte e vigorosa. I suoi campioni sono Bernd Rosemayer nell’automobilismo e Max Schmeling nel pugilato. Ma anche il dirigibile Zeppelin è un campione a suo modo: con i suoi 240 metri di lunghezza e 42 di altezza supera ogni record. E, con i suoi cerchi olimpici e le sue svastiche disegnate sulle fiancate, è perfetto per la propaganda nazista. In attesa dell’evento più atteso: le Olimpiadi di Berlino. Per il regime saranno un grandissimo successo grazie a un’organizzazione perfetta e alle incredibili riprese di Leni Riefenstahl. Ma saranno ricordate anche come le olimpiadi di Jesse Owens, un atleta afroamericano, nato in Alabama, nipote di schiavi d’America che conquista 4 medaglie d’oro. Storie di sport ma anche storie di uomini: durante le Olimpiadi di Berlino nasce l’amicizia tra il saltatore tedesco Luz Long e Jesse Owens, un legame che resisterà agli anni, alle divisioni e alla guerra.
L’inviato Fabio Toncelli farà poi scoprire alcuni luoghi poco noti ma molto suggestivi. In Sport e fascismo. I luoghi e le macchine vedremo un angolo sconosciuto di Roma, il Circolo Ippico della Farnesina voluto da Mussolini, appassionato cavallerizzo; poi l’automobile di Tazio Nuvolari, con cui vinse la Mille Miglia; e, vicino Como, in un prezioso museo, un reperto storico eccezionale: la bicicletta originale di Gino Bartali.
Campioni in camicia nera di Rosanna Lo Santo, il terzo documentario della serata, racconta invece la vita e la carriera di Primo Carnera, il primo pugile italiano a vincere il titolo di campione del mondo dei pesi massimi; di Giuseppe Meazza, con cui nasce il calcio-spettacolo, in anni in cui l’Italia calcistica dominerà il mondo e i calciatori diventano degli autentici divi; di Tazio Nuvolari, icona di un’Italia che corre e vince, sprezzante del pericolo; e infine di Gino Bartali, che vince il tour de France nel 1938 diventando, suo malgrado, un campione del fascismo. Ma oltre al campione c’è l’uomo capace di fare scelte ben più difficili e coraggiose durante la guerra.