Lunedì 5 novembre 2018, in prima serata su Rai3, nuovo appuntamento con Report, condotto da Sigfrido Ranucci.
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Nel primo servizio dal titolo Sotto il ponte, il 14 agosto alle 11.36 crolla il ponte di Genova. Muoiono 43 persone, compresi quattro bambini. Il ponte era stato progettato dall’ingegnere Riccardo Morandi, la cui firma è nel calcestruzzo precompresso e nella struttura a cavalletti. La costruzione finisce nel 1967, e già dieci anni dopo cominciano i problemi, tanto che nel 1993 rifanno i quattro tiranti di un pilone. Dal 2000 l’A10 è in concessione ad Autostrade per l’Italia, a cui spettano i ricavi dei pedaggi ma anche la manutenzione. Subito dopo il crollo la procura di Genova ha aperto un’inchiesta: indagati anche l’amministratore delegato di Autostrade, Giovanni Castellucci, il direttore della Vigilanza del ministero dei Trasporti Vincenzo Cinelli e quattro ingegneri del provveditorato alle opere pubbliche, con l’accusa di omicidio colposo plurimo e disastro colposo. Il problema sembra essere la manutenzione dei tiranti, che doveva partire adesso, dopo tre anni di progettazione, nonostante solleciti a monitorare il ponte con sensori permanenti arrivati da più studi commissionati proprio da Autostrade. Ma Autostrade ci dice: “I tiranti non sono la causa del crollo e la manutenzione non era così urgente. Abbiamo fatto le nostre verifiche”. Nell’inchiesta interviste esclusive al ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli, a un ingegnere di Autostrade, che per la prima volta spiegherà come è crollato il ponte, e al presidente della Liguria Giovanni Toti. Quest’ultimo accusa il governo, ma la sua giunta ha controllato?
A seguire il servizio Edicole S.O.S., erano 43.000 fino a pochi anni fa, oggi forse sono la metà, nessuno conosce il numero esatto delle edicole esistenti, che sono fornite da distributori monopolisti: non possono scegliere la merce da vendere né stabilirne la quantità, devono pagare le riviste settimanali e mensili alla consegna, ne vendono 10 gliene arrivano 20, hanno una percentuale bassissima di guadagno e un accordo nazionale con gli editori scaduto da dieci anni. Calano le vendite, e gli editori per vendere pubblicità abbassano i prezzi dei periodici. Chi ci perde è l’ultimo anello: oggi il reddito medio di un’edicola è di 900 euro mensili. Chi se ne deve occupare? Siamo stati nei centri di stampa e distribuzione dei quotidiani, siamo andati a consegnarli insieme ai trasportatori e passato giornate intere nelle edicole italiane; abbiamo composto un quadro che speriamo possa servire a salvare questa preziosa rete che sta sparendo in silenzio.
Nell’ultimo servizio intitolato Siamo al verde, da nord a sud è emergenza maltempo. Alluvioni, frane, crolli in tutta Italia. Sono centinaia gli alberi caduti, e l’asfalto è divelto dalle radici. Ma avevano le dimensioni adeguate e proporzionate a garantirne la stabilità? Qual era lo stato di salute di queste piante? Basta da solo il maltempo a spiegare l’emergenza o la manutenzione non è all’altezza del nostro patrimonio arboreo? L’analisi della sua stabilità e le cure adeguate possono evitare i disastri degli ultimi giorni e la riforestazione urbana dovrebbe coinvolgere tutte le nostre città. C’è una legge nazionale che impone di piantare un albero per ogni bambino che nasce, ma è caduta nel dimenticatoio. A Pisa la rispettano, e l’amministrazione ha scelto di mettere il verde pubblico al centro della sua agenda, con una riqualificazione che le ha fatto vincere un premio internazionale. Ci sono comuni che promuovono modelli virtuosi, come quello di Alghero, che ha coinvolto la cittadinanza nel baratto amministrativo: un risparmio per il comune e anche per i volontari che si occupano del verde e ricevono in cambio uno sconto sulla tassa dei rifiuti. Ma che succede nelle altre città, a partire dalla capitale?