Nuovo appuntamento con Report, la trasmissione di approfondimento giornalistico di Rai3 condotta da Sigfrido Ranucci, in onda lunedì 4 novembre alle 21.20.
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I servizi della puntata:
In Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna vive il 30% della popolazione italiana. Ma si produce il 40% del Pil. Oggi le tre regioni chiedono una maggiore autonomia per gestire 16 miliardi di spesa pubblica in più. Per alcuni garantirà maggiore efficienza nella spesa pubblica. Per altri è una secessione dei ricchi, che produrrà un impoverimento del Mezzogiorno. Nell’approfondimento di Manuele Bonaccorsi con la collaborazione di Giusy Arena si cercherà di capire chi ci guadagna e chi ci perde dall’autonomia differenziata. Nell’inchiesta saranno, inoltre, presentati i dati raccolti nel dossier “Il calcolo disuguale. La distribuzione delle risorse ai comuni per i servizi”, elaborato da Openpolis in collaborazione con Report.
Nell’inchiesta di Emanuele Bellano si parlerà invece dei datteri di mare.Sono considerati talmente prelibati che vengono serviti sottobanco da molti ristoranti di lusso nelle cene più esclusive. Un piatto di spaghetti ai datteri di mare può costare fino a 70 euro. Raccoglierli, venderli e mangiarli è illegale dagli anni ’90 perché estrarli dalle rocce comporta gravi danni all’ambiente e alla fauna marina. Il più grande traffico di datteri di mare oggi è gestito da un’organizzazione criminale che ne raccoglie tonnellate dalle coste della Campania e del Lazio e rifornisce ristoranti di tutta Italia. Report ha seguito e ricostruito l’attività e gli spostamenti di questa organizzazione e ha filmato le modalità di occultamento, di spaccio e di distribuzione che sono del tutto analoghe a quelle usate dai narcotrafficanti.
Infine Antonella Cignarale ha indagato tra le pieghe della sicurezza nelle manifestazioni e dei costi che comporta. A seguito dei gravi incidenti di Piazza San Carlo a Torino sono state imposte direttive e procedure mirate a garantire alti livelli di sicurezza per la tutela dei partecipanti alle manifestazioni pubbliche in luoghi aperti. Per gli organizzatori di concerti, sagre e feste popolari la musica è cambiata. Costi e responsabilità per mitigare i possibili rischi di un evento sono aumentati a tal punto che c’è chi ha dovuto rinunciare a confermare un festival che si teneva da 20 anni. E quando l’applicazione delle misure di safety si va a scontrare con le più antiche tradizioni di una festa patronale qual è il rischio.