Martedì 2 novembre 2021, in prima serata su Italia 1, nuova puntata de Le Iene, con Nicola Savino, le voci irriverenti della Gialappa’s Band e con la cantautrice urban Madame, per una sera protagonista alla conduzione dello show.
Gaetano Pecoraro si occupa del “caso Voghera”, tristemente noto per la morte del ragazzo marocchino Youns El Boussettaoui, ucciso dall’ex assessore alla sicurezza Massimo Adriatici che, con la sua pistola, gli sparò il 20 luglio scorso, nel corso di una colluttazione in piazza Meardi, vicino al centro della città.
Roberta Rei raccoglie lo sfogo di Lena (nome di fantasia, ndr.), ex compagna del camorrista napoletano Carmine Amoruso, arrestato quest’estate grazie al coraggio della donna che l’ha denunciato e che oggi teme di essere stata abbandonata dalla Stato. Dopo averlo fatto arrestare per maltrattamenti e ponendo così un freno ai suoi probabili tentativi criminali, Lena lamenta di essere costantemente minacciata dal potere mafioso di Amoruso e di una sua probabile vendetta: “Sono una mamma in preda alla disperazione che dopo aver denunciato è stata lasciata in pasto ai camorristi, insieme ai miei figli.” Poi racconta la vita vissuta insieme a Carmine, che è anche padre dei suoi due figli, fatta di cosche, droga, armi ed estorsioni. Ricorda il momento del pentimento, quando Amoruso scelse di collaborare con la giustizia, e quindi degli anni vissuti nel “programma protezione”, del tentativo di costruire una famiglia normale e infine della fuga e del ritorno al malaffare. Dopo anni infatti Amoruso, tornato a Napoli, a detta della donna, avrebbe fondato una propria cosca per tentare una scalata al potere. “In casa vedevo tutto: le armi, i traffici di droga, ero al corrente delle estorsioni. Non avevo più il permesso di uscire, non rimanevo mai da sola in casa e quasi tutti i giorni mi diceva «Io ti atterro, la gente come te la faccio scomparire». Penso abbia tentato di uccidermi quando mi ha tenuta per i polsi in acqua, al mare, sapendo che non so nuotare. Sapevo che, al di là di me, sarebbe presto scattata una guerra di camorra. Con la scusa di comprare le sigarette sono uscita di casa e sono andata dai Carabinieri che, con una prima perquisizione, hanno trovato i fucili da me indicati.”.
Luigi Pelazza racconta la storia un imprenditore di Lucca che, a distanza di due anni, ha scoperto grazie a un test del DNA di non essere il padre di quello che credeva suo figlio. La sua compagna, già madre di altri due bambini avuti da una precedente relazione, gli aveva fatto credere di aspettare un bambino da lui e, nel momento in cui il compagno aveva cominciato a nutrire dei dubbi, vistasi alle strette, aveva falsificato il documento che ne attestava la paternità. La corte d’Appello ha confermato la sentenza del 2019 del tribunale di Lucca stabilendo che il bambino non è figlio dell’imprenditore e condannando la donna, di origini straniere, al pagamento delle spese. La donna rischia anche un’incriminazione penale per aver falsificato la controprova di un laboratorio a cui si era rivolta per cercare di dimostrare che il primo test effettuato dall’uomo non era attendibile.
Prendendo spunto da una nuova legge norvegese che obbliga chiunque pubblichi una foto a dichiarare se quello scatto sia stato ritoccato, dalle riviste di moda ai cartelloni pubblicitari, dai social network a Instagram, Nicolò De Devitiis fa un esperimento. L’inviato chiede ad alcuni influencer italiani, tra cui Giulia Salemi e Taylor Mega, cosa ne pensano e se sono disposti a pubblicare sui loro social almeno una foto senza filtri con l’hashtag #senzafiltrisulserio.
Ideatore de “Le Iene” e capo-progetto è Davide Parenti. In regia Antonio Monti.