Le stragi del 1992 e del 1993 in Italia: ancora oggi emergono altri protagonisti, a lungo rimasti insospettabili, e uomini che per anni hanno scelto il silenzio. Ed è sempre più evidente come nelle stragi di quegli anni ci sia la mano di mandanti esterni. Report, il programma condotto da Sigfrido Ranucci in onda lunedì 2 gennaio alle 21.25 su Rai 3, torna a occuparsene con “Stato d’onore”, un reportage di Paolo Mondani con la collaborazione dei Roberto Persia che, per la prima volta, mostra l’informativa redatta dall’allora capitano dei carabinieri Gianfranco Cavallo, dove si segnalava la presenza di Stefano delle Chiaie a Capaci in cerca di esplosivo, poco prima della strage. Una informazione dal grande valore investigativo, ma incredibilmente non approfondita dai carabinieri. Come mai?.
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Solo oggi, rileggendo la storia, si comprende come – per individuare i responsabili dietro gli anni più bui della nostra Repubblica – occorra tenere in considerazione gli elementi ricorrenti di un sistema al cui interno operavano uomini della destra eversiva, massoni, uomini dello Stato e mafiosi. Non è storia vecchia, oggi che la legislazione messa a punto per combattere la mafia da Falcone e Borsellino viene messa a dura prova e da ogni lato si moltiplicano i tentativi di riscrivere il periodo stragista e i suoi responsabili.
Obiettivo anche sul Covid in Veneto con “La grande truffa” di Danilo Procaccianti con la collaborazione di Andrea Tornago. Nella regione, durante la seconda ondata della pandemia, è accaduto il disastro: ci sono stati 1600 morti in più rispetto alla media nazionale. Cosa è successo? Avevano puntato tutto sui tamponi rapidi, era il test di riferimento anche per gli operatori sanitari e per le Rsa, contrariamente alle indicazioni dell’Oms e anche a uno studio del professor Crisanti. Dopo l’inchiesta di Report dello scorso anno si è mossa la procura di Padova e ha chiesto il rinvio a giudizio di quello che per il governatore Zaia era l’Elon Musk del Veneto, il dottor Roberto Rigoli: sostanzialmente nella gestione della seconda fase della pandemia aveva preso il posto del professor Crisanti come braccio destro di Luca Zaia. I magistrati scoprono che a giustificare appalti milionari per i tamponi rapidi, ci sarebbero attestazioni scientifiche false. Nel corso delle indagini spuntano anche intercettazioni imbarazzanti.
Si chiude con “La buona scuola” di Lucia Paternesi, con la collaborazione di Giulia Sabella. In Finlandia, nessun compito in classe, né interrogazioni o esami. Gli alunni sono liberi di uscire dall’aula, leggere libri o fare progetti manuali in base alle proprie vocazioni. E i risultati si vedono: secondo il programma “Pisa” dell’Ocse gli studenti finlandesi sono ai primi posti per quanto riguarda la lettura, la matematica e le scienze. Pochissimi i fondi europei investiti, mentre la quota di Pil dedicata all’istruzione è quasi il doppio rispetto all’Italia, il 5% contro il nostro 2,9%. È questo il successo del sistema educativo e scolastico della Finlandia? In parte, ma non solo. Un viaggio nelle scuole migliori del paese per raccontare come, in appena cento anni, la Finlandia si è trasformata da Paese rurale e povero in un paese all’avanguardia e tecnologico, dove trovano lavoro i cervelli italiani in fuga e dove ha trovato casa il primo preside italiano.